Il litopone è un pigmento bianco di origine inorganica, inventato nel XIX secolo e ottenuto grazie a una miscela soluzioni acquose di solfato di bario e solfuro di zinco, le quali vengono fatte precipitare per poi essere filtrate, essiccate e calcinate. Le sue varie tipologie vengono classificate proprio in base alla percentuale di solfuro di zinco presente nel composto, la quale varia solitamente dal 15% a 30% e al suo accrescere determina il valore del composto. Utilizzato un tempo come alternativa alla biacca, data la tossicità e i generali limiti di quest’ultima, è oggi comunemente usato all’interno del settore delle vernici.
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Il litopone come pigmento
Grazie alla sua insolubilità in acqua e al suo mantenersi inalterato in ambiente alcalino, il litopone rappresenta un ottimo costituente per colori, vernici e smalti bianchi, conferendo loro un potere coprente molto elevato. Si tratta di un pigmento che offre compatibilità con numerosi composti organici e inorganici, che migliora la ritenzione del colore e che riduce le fessurazioni. Quando trattato con sali di cobalto, può anche incrementare la sua stabilità all’esposizione luminosa, preservando la sua colorazione bianca.
Altri utilizzi del litopone
Oltre ad essere utilizzato in qualità di pigmento, il litopone conosce anche altri utilizzi. Viene ad esempio impiegato nella produzione di inchiostri bianchi, di cosmetici, per la colorazione del linoleum, per il restauro di mobili e altro ancora. Può anche sostituire il biossido di titanio nelle produzioni plastiche, in modo da ridurre i costi di lavorazione complessivi ma allo stesso tempo, quando usato in combinazione con il biossido di titanio, incrementare le proprietà meccaniche del materiale, quale ad esempio la resistenza agli urti. È stato inoltre anche utilizzato in medicina come agente di radiocontrasto.
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